1997, si va in Nicaragua per un’esperienza di volontariato. Dormiremo per terra, su materassi di fortuna e sotto le zanzariere, in una casa colonica gentilmente messa a disposizione da un “padrino” locale. 4 bagni in 20 persone, con ovviamente i disturbi intestinali tipici dei Paesi tropicali. Una notte c’è il terremoto, una mattina trovo uno scorpione in una scarpa, le giornate sono caldissime e il lavoro non finisce mai, ma siamo giovani ed entusiasti. 

 

Dopo un mese decidiamo di concederci una piccola vacanza, e ci dirigiamo verso il lago Nicaragua. Lì c’è un resort, ma decidiamo che per noi sarebbe una sistemazione troppo figa, quindi finiamo ospiti a casa di un pescatore, sarà sicuramente un’esperienza bellissima. Bello, ma scopriamo che non c’è il bagno, quindi tutto, ma proprio tutto, si fa nel lago. Vabbè, non c’è nemmeno la corrente, ma cosa vuoi che sia, seguiremo i ritmi della natura, quindi ceniamo alle 17 e laviamo i piatti al buio, ma meglio così, almeno non vediamo i ragni giganti che stanno attorno al lavello.